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Tecnica

La Mano 2
Dich:Nord
Vul:None
RQ1064
Q97
J654
5
A983
AK32
98
Q32
tavolo
J2
J54
AK
AKJ1087
75
1086
Q10732
964

La dichiarazione

AaronSudPapa'Nord
1fioriPasso1cuori1picche
3fioriPasso4fioriPasso
4quadriPasso 4picchePasso
4SAPasso5cuoriPasso
6fioriPasso 6SAPasso

La Dignita' e l'Orgoglio

Avevo un padre. Come molti di voi, del resto. Non e'stato un gran padre. Era una persona molto brillante, molto signorile, di classe, molto elegante, molto colta. Ma allora perche' non e'stato un gran padre? Perche'' non l'ho quasi mai visto.
Negli anni in cui io ero adolescente, lui era uno stimato rappresentante di commercio. Guadagnava parecchi soldi, perche' sapeva fare molto bene il suo mestiere. Vendeva articoli di cancelleria e cartoleria nelle Tre Venezie. E ci sapeva fare.
Soltanto che, per fare tutto cio', partiva il Lunedi' mattina e si ripresentava a casa il Venerdi' sera. Mia madre non era molto contenta.
Come se non bastasse, lui era un gran giocatore di carte.
Il che altro non significava che lui, il sabato mattina, si chiudeva in bagno a lavarsi e profumarsi, e poi salutava tutti e se ne andava al Circolo Industriali di Milano. E tornava la Domenica sera, giusto in tempo per andare a letto a dormire, e ripartire per il Veneto la mattina dopo.
Lui era molto bravo nel suo lavoro; e guadagnava molto bene. Un venditore nato. Peccato che noi, dei suoi soldi, ne abbiamo visti assai pochi. Mia madre, per cercare di recuperarne un po', decise di scrivere lettere ai Casino' di Venezia e di Portorose. Vi risparmio i dettagli di che cosa risposero.
Peccato! Se non fosse stato per questo malsano amore per la roulette, lui avrebbe potuto addirittura incrementare i suoi proventi di lavoro, con le vincite ai tavoli da gioco.
Proprio perche', a qualunque tavolo di gioco si sedesse al Circolo Industriali, alla fine vinceva sempre lui. Fosse scopa d'Assi, scopone scientifico, tresette, ramino pokerato: non aveva rivali !.
Purtroppo era mio padre. Il che significa che, alla fine di ogni sessione di gioco, nella quale lui risultava essere inesorabilmente l'unico vincitore, puntualmente si rifiutava di incassare la meritata vincita. E, non contento, offriva l'aperitivo a tutti. Era cosi'; ed io provo ancora oggi una certa ammirazione per lui.
Ma perche' era cosi'?, ci ho pensato molto. E forse ho trovato una spiegazione.
C'era la seconda guerra mondiale. Lui fu subito "beccato" e trasportato in un campo di concentramento in Germania. Ma lui era sveglio e scaltro: cosi' riusci', non si sapra' mai come, ad infilarsi nella "fureria" del campo. Il suo posto ideale, essendo un venditore nato. Fece accordi e strinse amicizie con tutti, compresi i tedeschi. Un genio del commercio, questo, probabilmente, gli salvo' la vita.

Finche', una sera, non si presento'davanti al suo lettino nella baracca 18, una guardia armata del campo, "Tu sapere giocare a bridge?", Mio padre il bridge lo aveva sentito solo nominare. Al massimo aveva osservato, come angolista, qualche giocata dei bridgisti, in attesa di trovare il suo tavolo di tresette,Ma siccome custodiva in se' il famoso "principio della sopravvivenza" (molto utile in quei tempi), non esito' a rispondere "Jawohl".
"Allora tu stasera avere partita di bridge!".
Vennero a prenderlo alle 19 circa. Lo portarono in una squallida saletta laterale agli uffici della direzione, nella quale, tuttavia, troneggiava un tavolo con il panno verde, quattro sedie ed un mazzo di carte, Si sedette ed attese, dopo pochi minuti si apri' la porta e fece il suo ingresso una specie di ectoplasma, che metteva davvero inquietudine, Colorito tipo alabastro. Peso stimato: 32 chilogrammi. Profonde occhiaie. Passo assai incerto, al punto che furono le stesse guardie che lo avevano introdotto, a farlo accomodare sulla sedia, di fronte a mio padre.
"Shalom, je suis Aaron". Mio padre accenno' un saluto di convenienza, ma si stava chiedendo cosa stava per accadere, Attesero piu' di 30 minuti, poi la porta si riapri'. Ed entrarono due signori, in alta uniforme, completamente ricoperti di mostrine, scortati da altre due guardie armate. Stavano sguaiatamente ridendo fra di loro. Erano in alta uniforme e facevano sfoggio di mostrine e gradi in quantita' esagerata. Non salutarono.
Uno dei due era piuttosto piccolo, molto nervoso, capelli corti scuri e con dei minuscoli baffetti. L'altro era un poco piu' cicciottello, ma non molto, ed aveva un paio di caratteristici occhialini tondi, senza montatura, il baffettino comincio' a mescolare le carte, mentre l'occhialino scrisse sul foglio, che sembrava dovesse fare da score della partita "Hi x 2". Nel riquadro destinato al nome degli avversari traccio' volgarmente una diagonale, come se, alla domanda, non valesse la pena di rispondere.
Si inizio' a giocare, con mio padre che stava scoprendo il bridge di carta in carta, come una novita'assoluta. Ma era un gran giocatore di tresette, ci furono tre o quattro mani abbastanza insignificanti; tutti parziali. Ma mio padre non manco' di osservare che, quando giocava il suo compagno Aaron, arrivava sempre una presa in piu' del necessario, se non due.
Poi arrivo' la mano riportata a fianco.
Aaron, in Est, apri' di 1 fiori. Occhialino passo' e mio padre disse 1 cuori. Baffettino interveni' con 1 picche. Aaron fece rever a 3 fiori e mio padre, del tutto digiuno di convenzioni moderne, fece una licita assai saggia e molto naturale: disse 4 fiori. Quando Aaron disse 4 quadri, mio padre comincio' a grattarsi la testa. Non aveva la piu' pallida idea di quello che volesse dire. Per non saper ne leggere ne scrivere decise di surlicitare a 4P, orgoglioso del suo Asso di picche e dei suoi 13 punti. Aaron, galvanizzato da quella che sembrava proprio essere una cue-bid invitante a slam, si convinse di chiedere gli Assi a 4 Senza. Mio padre lo guardo' stupito, ma una delle guardie gli punto' il mitra addosso e cosi' mio padre decise di abbassare lo sguardo. Poi il famoso "cassettino della memoria" gli si apri', e si ricordo' che doveva dire al suo compagno quanti Assi possedeva. Sul suo 5 cuori Aaron chiuse coraggiosamente a 6 fiori
L'idea che lo slam a 6 fiori potesse essere leggermente piu' vantaggioso di 6SA non sfioro' neanche la mente di mio padre. Lui era un giocatore di tresette. Come poteva immaginare che una eventuale terza carta di quadri in mano al compagno avrebbe potuto essere opportunamente tagliata al morto con una fiori? Chi se ne frega! Al circolo avrei giocato 6SA, e qui faro' altrettanto!.
E, guarda caso, la terza quadri da tagliare non esiste proprio. Fortuna del principiante.
Occhialino attacco' con il 7spades ed Aaron osservo' attentamente le carte del morto. Certo la situazione non era rosea. Le prese sono solo 11. Come trovare la dodicesima?, poi prese la sua decisione. Vinse l'attacco con l'Asso di picche ed incasso' 6 giri di fiori e l'Asso di quadri. Pervenendo alla seguente situazione finale:

Il finale

Baffettino
KQ
Q97
-
-
Papa'
9
AK3
-
8
tavolo
Aaron
J
J54
-
K
Occhialino
-
1086
Q10
-

Quando incasso' anche il Re di quadri, il baffettino manifesto' una certa insofferenza. Poi, con toni sgarbati, chiese ad una delle guardie armate di versargli un altro bicchiere di Doppio Kummel, E poi scarto' la Donna di picche.
Ma Aaron ormai aveva capito tutto. Incasso' per onor di firma l'Asso di cuori, ma poi gioco' inesorabilmente la picche del morto, mettendo elegantemente in presa Baffettino. Costui, sfoggiando indifferenza ed uno sguardo glaciale, gioco' una piccola cuori senza piu'tradire emozioni, come si conveniva nel "loro ambiente".
Fu l'unica volta che mio padre pote' osservare un timido sorriso sulla bocca di Aaron. Egli, infatti, mise mano al Fante di cuori.
Ma non fece in tempo a depositarlo sul tavolo. A seguito di una glaciale occhiata di Baffettino, che non lasciava adito a dubbio alcuno, una delle guardie armate carico'il mitra e lo punto'alla tempia di Aaron, il suo sorriso si spense immediatamente. Guardo' con occhi languidi mio padre, che pero' non stava capendo nulla del finale. Poi mise tristemente sul tavolo il 5 di cuori. Ed ando' down.
"Kuesto stupito non ha neanke kapito che poteva fare kuesto slam inkredibile" disse Baffettino.
"Non mi diverto a giokare con gente incapace e di razza inferiore" disse Occhialino
"Andiamocene a letto a dormire!", E se ne andarono, senza neanche salutare.
Mio padre ed Aaron si salutarono affettuosamente e vennero riaccompagnati dalle guardie nelle loro rispettive baracche, , nei giorni successivi, mio padre ripenso' a quella mano e capi' quanto bella era stata la giocata inventata da Aaron. L'unica vincente. Non era un bridgista esperto, ma sapeva quanto importante fosse muovere bene le carte, allora cerco' di rintracciare il suo occasionale e malcapitato compagno, per esprimergli la sua ammirazione scopri' il numero della baracca; vi si reco'; e chiese dove fosse un certo Aaron, ma tutti quelli che interpellava non rispondevano e scuotevano la testa!, poi l'ultimo che interpello', pur scuotendo anche lui la testa, gli consegno' un bigliettino, c'era scritto " Molto buona bid 6SA, adios forever."
Mio padre capi' tutto del bigliettino, tranne forever chiese lumi al latore del messaggio ma, ancora una volta, egli scosse la testa, allora mio padre capi'.
La guerra stava, grazie a Dio, finendo. E mio padre, che era sveglio e scaltro, riusci' a fuggire dal campo di concentramento, non ci e' dato di sapere quanti chilometri percorse a piedi; quanti treni prese abusivamente al volo, su quanti autobus sali' nascondendosi in mezzo alla folla. Ma alla fine arrivo' a casa.
Di sicuro sappiamo che gli ultimi 50 chilometri circa li percorse camminando sul letto, per fortuna asciutto, del canale Villoresi. Ed arrivo' a Nova Milanese, busso' alla porta. Gli apri' mia madre. Non dissero nulla. Si abbracciarono. E piansero, poi mia madre rientro' in casa, mi prese in braccio, e mi presento' a mio padre.
Lui mi alzo' al cielo e disse:"spero che da grande tu possa diventare un buon giocatore di bridge" "Ma cos'e' questo bridge", chiese lei, "Non lo so neanche io, ma credo che sia una cosa che potrebbe migliore il nostro mondo."
Su quest'ultima affermazione aveva ragione, credetemi!,per quanto riguarda la sua frase precedente non so dirvi. Io ci sto provando; e mi impegno tanto. Spero di combinare qualcosa di buono, e che lui da lassu' possa essere almeno un poco fiero di me. D'altronde era un gran giocatore di carte; e quindi un giudice molto severo. Datemi retta: in questi quattro giorni, onorate e rispettate questo gioco. Se lo fate, ne trarrete di sicuro soddisfazione ed orgoglio. e mio padre vi approvera'.
Post Scriptum 1
Se siete riusciti, nel racconto, ad individuare l'esatta identita' (nome e cognome) degli avversari di Aaron e mio padre, potrete, come di consueto, partecipare all'estrazione di ricchissimi premi. Sara' sufficiente versare la modica cifra di 15 marchi al portiere dell'hotel Terzo Reich, sito in Salsomaggiore, zona strada ferrata. Non perdete questa ghiotta occasione.
Post Scriptum 2
Mio padre, pace all'anima sua, si chiamava Artemio, forse avrei dovuto dirlo prima... anche per rispetto.
Salsomaggiore 02 Giungno 2017. by Alessandro Croci